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USER: carolina_
PASSWORD: Matrioska
#losaiche c’è un posto, in Corea del Sud, in cui puoi simulare la tua morte: ti fanno una bella foto sorridente da appiccicare sulla lapide e poi ti infilano in una cassa da morto. Se paghi. L’ha fatto pure lo scrittore Sok-Yong Hwang, che ha tre volte invano tentato il suicidio. E c’è anche un posto in cui ti rinchiudono per ventiquattr’ore in una cella di isolamento per riposare, un 41-bis per workaholic. Se paghi. L’ha creata la moglie di un ex-procuratore, il quale frequentava spesso le prigioni fantasticando l’isolamento penitenziario per staccare la spina.
Queste cose le ho viste l’altra sera in un programma Tv della Rai. Non che io di solito guardi la Tv. I’m a #twentyish-socialist-lgbtq+ally-prone-to-depression-thrift-stores-fashionista-bookworm-girl come mi targhettizza il mio algoritmo. Ma è da una settimana che ho la febbre molto alta, e così dopo cena ho preso l’abitudine di sudare la Tachipirina nel fosso ventrale del divano e guardare con mia madre la Tv.
Il primo approccio con la Tv mi trova insofferente. L’impulso elettrico ci impiega almeno un paio di secondi per trasmigrare dal tasto del telecomando, su cui premo il pollice, alla Tv. È lenta, lentissima quest’attesa, ché mi prude la congiunzione fra la cervicale e la dorsale, di una prurigine interna e gassosa, come ci fosse imprigionata nella parte alta della mia colonna vertebrale una nube tossica di insetticida. E faccio tutto un discorso con mia madre in cui le dico che la pazienza va riservata alle persone, non alla tecnologia. Poi mi metto a scrollare Instagram.
what if I were in a situationship with Luigi Mangione//attentatori anarchici più $ex1 della storia//5 top outfit x l’apocalisse climatica//recreating pinterest outfit but make it fat//what I ate in a day as a fatty//polpette vegane della nonna//let’s make palestinian nutella (with Al Wali olive oli)//help my family please Gaza crowdfunding//attiviste di Extinction Rebellion costrette a spogliarsi in questura//come perdere 5 chili in due settimane//biblically accurate angelic furby
Sia sui social che in Tv passano content brainrotting e mind-expanding. Ma il movimento dello scrolling è più rapido, mi fa schizzare gli occhi su giù sinistra destra, il mio cervello si contrae discinetico e mi chiedo se non lo sottoponga, ogni qualvolta apro Instagram, a tanti minuscoli elettroshock: sarò dunque prima o poi curata, come le crisi depressive di Carrère dopo l'elettrostimolazione? O finirò un conglomerato di bava che si masturba in pubblico, come in quel racconto di Palahniuck in cui fra i liceali diventava trendy lobotomizzarsi col defibrillatore?
In ogni caso, questa sera su Rai4 danno Tutto in un giorno di Juan Diego Botto. Ma, quando dal little screen rialzo gli occhi sul wide screen, al posto della faccia di Penélope Cruz sfriccicano interferenze verdi e acquamarina, allora mi ripiego sul telefono e chiedo aiuto a ChatGpt per risintonizzare il canale.
ChatGpt pensa che il decoder sia obsoleto (del resto risale al 2016 e – come si dice – ne è passata da allora di acqua nel sistema di raffreddamento dei server dell’intelligenza artificiale). Però ci propone comunque di staccare tutte le spine per dieci minuti, ricollegare/riaccendere/selezionare “risintonizzazione automatica”
→ output: possiamo guardare Tutto in un giorno
Il film si interrompe per otto pause pubblicitarie e, siccome non ho pazienza, intanto scrollo, scrollo, scrollo e scopro che per farmi spiegare dall’AI come risintonizzare la Tv, ho sprecato all’incirca l’equivalente di una bottiglietta d’acqua, o l’energia necessaria per ricaricare sette Iphone Pro Max. Scopro anche che l’alternativa cinese a ChatGPt si chiama DeepSeek e che
forse è meno dannosa per l’ambiente, ma i governi occidentali hanno paura che sottragga dati e li usi per malefici scopi comunisti.
AGGIUNGI ALLA STORIA:
chatgpt vs deepseek tag urself
Tutto in un giorno, comunque, è un film sugli sfratti, sulla migrazione e sulla crisi economica spagnola. Infatti nel finale una folla di manifestanti pacifici si scontra con gli sbirri antisommossa sotto casa di Penélope Cruz, nel tentativo di impedire lo sfratto della sua famiglia. Lei, nonostante fosse proprietaria dell’immobile, aveva dovuto fare un’ipoteca sul mutuo in seguito alla perdita del lavoro del suo compagno argentino. Parallelamente, a un’immigrata araba viene portata via la figlia dai servizi sociali, perché la polizia trova la bimba da sola in casa con una mano insanguinata: la mamma ha tre lavori e non sa a chi lasciare la figlia, è povera è sola però la ama. Agli sbirri non gli frega un cazzo: è fattuale, la bimba è vittima di negligenza.
L’antibiotico che sto assumendo per sgonfiare i linfonodi mi fa venire la gastrite; quindi vado un attimo in cucina, tosto una fetta di Panbauletto e bevo del kefir per rinsaldare le difese immunitarie.
[Sponsorizzato: TRIBUNALE DEL MALATO •UN TUO PARENTE È MORTO PER MALASANITÀ? Se sei stato vittima di negligenza medica |��CONTATTACI|] Poi torno sul divano. Penélope Cruz urla VERGOGNA. Buio. Questo film è sponsorizzato da Exquisa… la bontà va condivisa.
Siccome mia madre lavora nel sociale, mentre mi sbriciolo addosso – la luce del salotto ancora spenta, l'iridescenza della Tv a basso volume ci scontorna come i cantieri dei palazzi in perpetua costruzione nei Balcani – mi racconta, mia madre, di una donna albanese che era fuggita dal marito violento in camicia da notte, con i figli stretti uno nella mano destra e uno nella sinistra – immagino la gonna merlettata che si gonfia nella brezza notturnale, l'opalescenza del tessuto incagliarsi nel buio
Dopo averle assegnato una casa popolare (l’affitto ammonta da un minimo di 40 euro a un massimo di 200), e uno stage come donna delle pulizie, stavano tentando di impartirle un’educazione finanziaria; perché la donna faceva una spesa esagerata, cucinava per il triplo delle persone e comprava sempre ai suoi figli costosi succhi e merendine. Probabilmente, l’unico modo che aveva per viziarli, sorprenderli con qualcosa di appetitoso nello zainetto, un incarto colorato nella foschia di servizi sociali, centri antiviolenza, avvocati, questura e povertà.
@_maMm4
L’educazione finanziaria dovrebbe
essere imprescindibile, poiché
spesso la casa la si perde
in seguito a una Matrioska di
debiti e ipoteche insolute.
@carolina_
Se le Matrioska rappresentano la fertilità
– una donna che porta in grembo una figlia,
che porta in grembo una figlia, che porta in grembo una figlia e così via – allora la mia bambola preferita è il seme, quella più piccina:
colei che interrompe questo perpetuo ciclo di procreazione deviante,
in cui ci mettiamo al mondo per farci soffrire e
ci rintaniamo dentro il nostro stesso grembo
perché non abbiamo più una casa.
@_maMm4
Ma tu ce l’hai una casa
@carolina_
Sì, ma le pareti e i soffitti sono come le viscere malate
del grembo di una donna all’interno del quale sono imprigionata.
@_maMm4
Intendi dire che ti senti in colpa?
@carolina_
La mia cazzo di ansia sociale mi impedisce di andare alle assemblee autogestite. E anche se ci andassi, comunque, sarei inutile.
@_maMm4
Devi solo trovare il tuo modo per dare una mano.
@_maMm4 mi dà una carezza sulla testa e prende il bicchiere grumato del rimasuglio di kefir che ho appoggiato sul parquet, per portarlo nel lavandino. Da quando ho la febbre, la pelle me la sento di carta velina, anche sedermi sul cesso freddo mi fa un male cane. Il gesto di cura diventa un chiodo che perfora la fontanella nel mio cranio di seme di Matrioska.
Sponsorizzato: C’È L’INFLUENZA DA PRINCIPESSA E IL RAFFREDDORE HARDROCK (Lo schermo si blocca per 3 2 1 secondi) Questa è una pausa pubblicitaria obbligatoria COMPRESSE EFFERVESCENTI VIVINC C AGISCE RAPIDAMENTE CONTRO I PRIMI SINTOMI INFLUENZALI//Carosello di un articolo in difesa della pirateria//reel di una ragazza transgender che racconta del suo periodo da homeless//canzoncina in autotune contro gli uomini eterocis//cabaret sulle lesbiche//manifestazione per Gaza domani in piazza Castello//presto riaprirà il CPR a Torino//domenica trasmissione radio davanti alle carceri per mettere in contatto i prigionieri con i propri cari//il 2024 è stato l’anno col più alto tasso di suicidi in carcere in Italia//una casa editrice che stimo ha pubblicato il saggio di un negazionista del genocidio palestinese//un mio vecchio amico sta partendo per l’Iran per un reportage di guerra//I made a hat from dried cucumber
CUORICUORICUORI HAJAHAJH GRRRR LOL AGGIUNGI-ALLA-TUA-STORIA
Non ho più pazienza con me stessa, sono come una tecnologia obsoleta, i bug di un sistema operativo logoro mi impediscono il movimento. Ciò che potrei compiere per attuare un cambiamento nel mondo rimane in un cerchio di caricamento per 3 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 1
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Stage per fare le pulizie, stage nei fast food, stage per lavorare dietro le casse o nei magazzini dei supermercati. Senza finalità di assunzione, manco a dirlo. Questo è quello che offrono oggi le agenzie del lavoro; non solo a chi non ha titoli di studio. Lo dico a mia @_maMm4 che mi racconta che segue un’altra donna, immigrata dalla Nigeria quindici anni fa e laureata in economia; a Lagos lavorava come cassiera in banca ma, siccome l’Italia riconosce i titoli di
studio solo a chi proviene da economie e diplomazie forti, una volta arrivata nel #belpaese ha dovuto laurearsi un’altra volta, lavorando intanto come magazziniera, prendendosi cura di tre figli e infangandosi nella palude del burocratese per ottenere la casa popolare. Ora che finalmente si è laureata → output: lavora come magazziniera.
Io elimino la mail e attendo risposta dall’internship in una fondazione culturale, di cui mi ha mandato l’annuncio mia @_maMm4: anch’io sono laureata e non sto trovando lavoro, ma da qualche parte mi piazzerò, ne sono sicura, da qualche parte mi piazzerò.
Perché ho un privilegio e alla peggio farò un altro master, di quelli con i tirocini finali, perché ho un privilegio e anche se mi sento come il seme di una Matrioska, che è pieno solo di se stesso, sono dipinta per bene, e una mensola sulla quale piazzarmi, alla peggio, già ce l'ho: ci sono nata dentro, perché la mia Matrioska è lì riposta da anni. Anche se non me la merito questa mensola, non ho lottato per questa mensola. Ma che dovrei fare?
Scaraventarmi giù dalla mensola e infrangermi in mille cocci nella speranza che il mio posto venga prontamente occupato da chi ne ha più bisogno? E io? Non ne ho bisogno? Anche da infranta dovrò occupare uno spazio, i cocci vanno spazzati nella paletta, buttati nel cestino, vagliati nella differenziata. E, comunque, ci sarà sempre qualche soprammobile piazzato su una mensola più alta della mia, che riluce perché viene spolverato ogni giorno e – sicuro – al mio posto vi farebbe apporre qualche altra chincaglieria.

Se non avessi avuto la febbre, questa settimana sarei dovuta andare a controllare gli ingressi al Palasport per le Universiadi; 100 euro che, più che modificare il mio futuro, sarebbero stati necessari a dipanare il mio percepirmi eternamente come seme di Matrioska, o ancora peggio, come parassita del legno.
Comments
arturo_belano: 6 rintanata dentro il tuo stesso grembo quindi? looool
meawmeawmeawmeaw: no è una parassita di se stessa, such a doomer
mangustamarcel: come to brazil!1!1
404nonamefound: me fa ride che nessunx qua ha capito che in realtà
è parassita della struttura matrioska intera
fabritek23: mood
pretty.lampreda: regà ma sta roba è tutta un’incoerenza daje…
boleoc_efiajne_kuyuomena418: dm me for more hot pics <3 😉
Sì, perché da quando non trovo lavoro mi sento una tarma: chiedo soldi a mia @_maMm4 e passo le serate al bar colandomi una birra dopo l’altra; tanto non ho null’altro da fare, se non ubriacarmi con gli amici, da quando mi sono laureata e non ho un lavoro. E questo è un privilegio: ho scritto alla mia datrice di lavoro di Iziwork che sono ammalata, e ho perso 100 euro che non mi cambieranno la vita. Mentre qualche utente di quelli che segue per lavoro mia @_maMm4, si beccherà la bronchite perché D’INVERNO LA #INFLUENZA È DI STAGIONE, MA LA #POVERTÀ È UN EVERGREEN 321321321
questa è una pausa rimuginante obbligatoria
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inspira
espira
C’è un posto, in Corea Del Sud, in cui puoi simulare la tua morte: ti fanno una bella foto sorridente da appiccicare sulla lapide e poi ti infilano in una cassa da morto. Se paghi. Forse gli ultimi soldi che chiedo a mia @_maMm4 li dovrei spendere così. Chiudermi in una bara, pagare un extra per non scoperchiarla allo scadere del tempo. Per rimanere soprammobile, tanto meglio sparire. Senza clangore frantumato. Senza cocci da spazzare. Del resto, cos’è una cassa da morto se non la Matrioska del mondo? Siamo rinchiusi in una serie di tombe, sempre più ampie, più sconfinate; c’è sopra di me una tomba così grande che non ne vedrò mai la fine. SHARE
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Immagine generata con AI generativa di Adobe Photoshop
“dipinto ad olio cupo che ritrae una matrioska”