Fame


Mando un messaggio all’uomo che mi piace, non mi risponde da ieri pomeriggio. Gli faccio una domanda innocente, gli chiedo: “Ehi, c’è qualcosa che non va?”. Nel messaggio non gli dico che ho pianto fino alle tre del mattino solo perché lui non mi ha scritto.
Non sono una persona normale, non amo in modo normale. Gli uomini non mi piacciono. Mi ossessionano. Dell’uomo che mi piace mi ossessiona qualunque cosa, a partire dai messaggi che mi manda. Quanti me ne manda, ogni quanto tempo. Le parole che usa. Si accorge quando sono infastidita? Si accorge che ho una giornata difficile? Perché non se ne accorge? Di lui mi ossessiona il passato. Le sue ex fidanzate e i viaggi che hanno fatto insieme. Se ce n’è traccia, passo in rassegna le vecchie foto che trovo sui social. Dal 2011. Mi ossessionano anche le donne che ha frequentato, i loro corpi, le loro origini. Di che colore avevano la pelle? Che esperienze hanno condiviso con lui? Erano belle? E quanto, rispetto a me? Archivio le poche informazioni che mi dà, cerco di proteggermi il più possibile. La mia mente si fonde con il desiderio dell’uomo che mi piace. Voglio queste donne come le ha volute lui. La foga di esaurire la sua vita mi consuma e mi consuma. È una cosa che non riesco a controllare.
Dell’uomo che mi piace mi ossessionano i motivi. Quelli per cui gli piaccio e quelli per cui potrei non piacergli. I secondi sono più dei primi, mi convinco che non gli piaccio. E mi ossessiono. Ecco perché. Lui non mi ama. Mi prende in giro, se ne andrà. Ecco perché non risponde ai miei messaggi, penso. Perché non gli piaccio. Quando fantastico sul sesso con lui, l’intestino si contrae. Sento una scossa calda. L’uomo che mi piace è bravo a letto, è uno da due ore di fila. Mi fa i complimenti per come faccio i bocchini, lo fa impazzire che ci piacciano le stesse cose e la mia faccia quando glielo succhio. Quando dice quest’ultima cosa, mi eccito. Sei arrapata quando lo fai, aggiunge, mi piace.

Parliamo al telefono, ma in realtà non gli credo. Si dicono un mucchio di cose per far contenti gli altri.

Perché avrebbe…? Così. Mi ha scopato controvoglia, mi convinco. Anche per questo mi ossessiono. Non si illude la gente in questo modo. Anche il suo cazzo mi ossessiona, perché è il più bello che abbia mai visto. Mi masturbo pensando a me in ginocchio di fronte a lui, mi dà uno schiaffo e me lo mette in bocca. Dura un minuto ma mi dà una grande soddisfazione e piango mentre vengo.

Mi fa stare meglio il fatto di riuscire a piangere: mi faccio meno schifo. Controllo il telefono ogni trenta secondi. Non importa che abbia silenziato tutte le chat sulla mia rubrica eccetto la sua. So che sentirò il cellulare vibrare non appena mi risponderà, ma non smetto. Sblocco lo schermo, controllo i messaggi, metto la modalità aereo. La tolgo un minuto dopo, troppo difficile

Non smetto. Apro la sua chat, rileggo il messaggio che gli ho inviato ancora e ancora. “Ehi, c’è qualcosa che non va?”. Sono pazza. L’uomo che mi piace mi fa diventare pazza. Non smetto. Trenta secondi e torno all’attacco. Se mi rispondesse, tutto questo finirebbe. Ma all’uomo che mi piace non importa di me, non gli importa di farmi impazzire.

Scrivo alla mia psicologa, le chiedo di anticipare la nostra seduta perché non riesco ad aspettare due giorni. La saluto con cortesia, poi, come se non stessi per perdere la testa. Aggiungo “Se per lei non è un problema”, mi mostro comprensiva. Lascio intendere che non è urgente e inganno pure lei. Inganno tutti. Certe volte mi chiedo come facciano le persone a credere alle cazzate che invento.

 Mi torna in mente una cosa che mi ha detto mesi fa. “Chiediti di cosa hai bisogno e prova a dartelo da sola”. Ecco cosa mi ha consigliato la psicologa. “Provaci quando ti senti sopraffare”. E allora ci provo. Ho bisogno di essere colpita in faccia, di offrire la mia faccia ai colpi e mettere a disposizione tutto, le labbra, il naso, le guance, della persona che è disposta a colpirmi. Ma ho bisogno di essere consolata, dopo. Cullata, abbracciata, ricoperta di baci e carezze. Ho bisogno di questa perfezione e di non sentire altro. Ma come faccio da sola? Picchiarmi e poi baciare ogni angolo del mio corpo. Questo non è normale. Neppure desiderarlo. Ci sto provando. Se solo l’uomo che mi piace mi rispondesse, la smetterei. Giuro la smetterei. Mi fa male la pancia, i denti spuntano dalle gengive del mio stomaco. Gli occhi liquidi e stanchi. Questa ossessione è estenuante. Il cervello indaga, indaga su ogni particolare senza pietà.

Intorno a me tutti prenotano vacanze, arredano case, programmano di incontrarsi dopo il lavoro, dicono certo che ho voglia di vederti. Organizzano cene, fanno regali di coppia e festeggiano insieme compleanni e traguardi. Tutt’intorno a me le persone si scelgono e si supportano, sono dolci tra loro, mentre io sono un guscio duro e vuoto. A volte, quando guardo la mia amica felice e realizzata, spero che il suo fidanzato la lasci, la tradisca con una ragazza più bella di lei. Ci ho pensato l’altro giorno, in autobus, nel tragitto per andare al lavoro.

Ci ho sperato e fantasticato un po’ su. Sei un mostro, mi sono detta. E prima di uscire, mentre mi facevo largo tra la gente ammassata, pensavo tra me e me spostatevi. Lasciate passare il mostro. Sto impazzendo, non posso diventare un mostro. Se l’uomo che mi piace lo scoprisse, cosa succederebbe? Non posso permettermi errori, così resto vigile. Quando mi risponderà, gli darò l’impressione di essere tranquilla. Tipo: sono assolutamente tranquilla riguardo a tutto ciò che fai. Sei impegnato, io ti capisco. Non mi rispondi, va bene. Pretendere un comportamento migliore è tipico di chi si rispetta, e io non mi rispetto. Il mio ex non mi toccava in pubblico, diceva che erano cose private. I baci, gli abbracci. Io ero gelosa del suo cane, che al contrario di me riempiva di coccole e parole dolci. Con me non si comporta così, pensavo. E quando cominci ad essere gelosa di un cane, è lì che davvero dovresti dire, basta. L’uomo che mi piace, invece, mi abbraccia quando siamo al parco o per la strada. Voglio averlo disperatamente perché è capace di affetto, non si vergogna. Questo è uno dei motivi per cui sono così intrigata da lui. Voglio soddisfarlo, voglio farlo sentire bene. Far evaporare tutta l’energia nervosa dalle sue palpebre. Voglio togliergli di dosso i pesi che porta. Quando l’uomo che mi piace mi risponde, finalmente, l’ossessione passa. L’ansia. Scrive: “No assolutamente, assorbito dal lavoro. Tu?”. Tu? Io avverto un calore sovrumano in tutto il corpo. Sono sollevata e isterica. Tutto quello che voglio è sentire che sono fatta di coriandoli e non di sangue. Finalmente. Voglio ficcare un dito dentro a questo momento perfetto, inzupparcelo dentro tutto fino in fondo. È così che l’uomo che mi piace mi dirige, mi crea senza volerlo. Mi distrugge, mi espande e mi migliora. Ho paura che se ne vada e non si faccia più vivo, ma quando c’è, è presente, mi risponde, mi riempie. Completamente. Mi fascia come una morbida coperta color panna. L’uomo che mi piace non sembra in ansia per il nostro futuro. Io sì, perché voglio un amore senza fondo. Qualcosa da assumere in quantità illimitate senza che faccia male. Il mio desiderio più grande è piacergli ed essere amata da lui. L’uomo che mi piace è solido, forte e felice. Potrei assomigliargli, mi dico. Mangio una ciambella con la glassa al cioccolato per festeggiare questa vittoria. L’agguanto, la divoro famelica. Tre bocconi. Dopo mi vergogno ma non mi basta. Ho paura che qualcuno entri dalla finestra e veda fino a che punto sono sola. Inginocchiata sul pavimento della cucina apro un budino alla crema e ci affondo la lingua. Ho una fame da morire. Mimo. Guardo di fronte a me e muovo la lingua nel budino come se dovessi arrapare qualcuno. Per un attimo penso a modellarlo. Posso plasmare un uomo di budino, recitare una preghiera e vedermelo comparire davanti? Un amore alla crema. Succhio il budino direttamente dal barattolo di plastica. Lo faccio fuori mentre inizio a contare le ore. Sono vorace, inghiotto tutto. Almeno quattro, prima di rispondere all’uomo che mi piace. Inghiotto tutto. Quattro ore senza ossessione, con l’ossessione.
Tra noi non è neppure iniziata. 

Immagine generata con AI generativa di Adobe Photoshop

“dipinto ad olio drammatico di una ciambella glassata al cioccolato morsa a metà”