Vite illimitate
L’anziana scarmigliata, in vestaglia sul pianerottolo, si torce le mani in bilico tra terrore e curiosità mentre due vigili del fuoco si danno da fare con la porta dell’appartamento di fianco al suo. Li ha chiamati lei, riluttante, con la paura di trovarsi coinvolta in qualche evento sgradevole, ma il dubbio odore, il netto silenzio provenienti da quelle mura e l’umana curiosità, non le hanno permesso di esimersi.
I due pompieri stanno passando alle maniere forti con la blindata che non si decide a cedere. Le asce producono fracasso e frantumi che richiamano altri vicini incuriositi o solo disturbati dal rumore e dal vociare crescente. Affollandosi nello spazio angusto fra le porte, si interrogano a vicenda, morbosi, spaventati, rimpallandosi improbabili dettagli sugli inquilini dell’appartamento e la tensione che sale in tutti ad ogni colpo. Quando finalmente i pompieri aprono un varco sufficiente per entrare, il brusio si ammutolisce d’un tratto, e quello che loro stessi possono immaginare sia accaduto rende tutti statue di sale.
Un mese prima
Alberto, faccia schiacciata sul cuscino, palpebre cispose, masticando aria spegne meccanicamente la sveglia e tasta senza guardare il letto a fianco a lui. È freddo. Cate si è alzata prestissimo, non l’ha sentita andare via. Indugiare ancora un po’ sotto al piumone gli pare la soluzione migliore, tanto il caffè che lei ha come sempre preparato per entrambi sarà diventato cattivo. Giorni fa aveva accennato di accompagnarla all’aeroporto, ma la voglia gli era evaporata appena realizzato che il suo volo sarebbe stato all’alba. Il tassì era stato subito prenotato.
Da quando Alberto lavorava da remoto, la mollezza lo aveva avviluppato in un bozzolo di comfort e aveva passato prima l’autunno e poi l’inverno in una grigia inedia, tra divano e computer, letto e computer, cucina e computer, senza essere produttivo; e senza accorgersi poi molto della presenza indaffarata di Cate, la quale non ci aveva pensato due volte ad accettare quell’incarico di sei mesi a Denver. Lei sperava, al di là dei vantaggi di una probabile promozione sul lavoro, che dopo la lontananza il loro rapporto avrebbe potuto riprendere vigore. Per lui invece non averla tra i piedi per un po’ voleva dire nessun molesto rumore di fondo, nessuna richiesta di faticose attività o nessuna protesta al suo endemico disordine. Nient’altro.
Alberto si rigira tra le coperte annusandosi un po’, poi annaspa verso il comodino con il cellulare perennemente acceso e in carica. C’erano diversi messaggi di lei:
Tassì puntuale!
Imbarchiamo!
Chiudo, ci sentiamo più tardi, buona sveglia.
Qualche cuore, e poi nulla.
Alberto manda senza voglia un paio di emoji a caso, poi apre CandyLove, l’app con cui ogni mattina si accompagna nelle lunghe sedute in bagno, o davanti al solito caffè. Un’abitudine che Cate mal sopportava.
Quella mattina Alberto riceve un inaspettato booster dal gioco che lo costringe a scollarsi velocemente le palpebre: quattro ore di vite “illimitate”. Sorpreso, si rizza a sedere e ringrazia la buona sorte di aver ricevuto questo regalo proprio oggi; decide di prendersi tutta la mattina di permesso dal lavoro. Avvisa in chat, millantando un malore lieve, silenzia ogni notifica e al calduccio lì dov’è comincia a giocare, in un guizzo di gioia ed energia: presto è perso nel vortice di caramelle e combo sfavillanti.
Le quattro ore passano veloci; verso la fine, buttando un occhio al timer che dà ancora pochi minuti, sente l’ansia arrivare mentre non riesce a superare un livello. E invece -combo fortunata!- lo passa in extremis. Sorride soddisfatto. Ma invece di scadere, il timer inspiegabilmente riparte da 3:59. Alberto è attonito. Forse un bug o un aggiornamento in corso… ma perché farsi domande? Tanto vale approfittare e giocare ancora un po’, finché non correggono l’errore o il sistema non si resetta da sé… e sperando di non perdere i progressi accumulati. Al lavoro manda un altro messaggio in cui il malore fasullo proseguirà per tutta la giornata, e riprende a digitare allegro sullo schermo. Al nuovo scadere… Ancora! Vite illimitate per altre quattro ore, sotto gli occhi arrossati di un estatico Alberto. Ha dell’incredibile!
All’ennesimo rinnovarsi delle vite non realizza affatto che la giornata è finita. Va avanti euforico e fremente. Ogni volta che il timer giunge vicino allo zero, la scena si ripete: Alberto teso al massimo, la bocca aperta, le dita frenetiche e di nuovo il booster.
Passano così uno, due, tre … chissà quanti giorni, settimane, in cui Alberto continua a digitare senza distinguere più nulla nemmeno di sé stesso.
Il letto è il suo nido, caldo e lontano dal mondo. Non sente sonno, fame, sete, ogni bisogno fisiologico è soddisfatto istintivamente sul posto, senza che lui alzi mai lo sguardo dallo schermo; come carburante, un pieno di adrenalina. Per lui contano solo quelle vite, e ogni volta che è sul punto di perderle si tende allo spasimo per sfruttarle fino in fondo: non si è mai sentito così vivo.
E sono settimane in cui nessuno sente la sua assenza. Già in tempi normali Alberto non era uomo che lasciasse un gran segno di sé. Cate, da Denver, dopo aver invano cercato di chiamarlo, lo aveva mandato al diavolo via whatsapp, senza peraltro ricevere nessuna reazione, sentendosi liberata. Trasformato in un grumo di solitudine, il volto pallido e scavato alla luce del cellulare, il corpo rattrappito nel bunker virtuale delle scoppiettanti caramelle, Alberto languiva felice, chino sull’incessante moto delle dita.
CandyLove, con l’eterno bug delle quattro ore ore, lo aveva dolcemente divorato.
Oggi
Abbattuta la porta, i due pompieri si scambiano un’occhiata. Uno di loro apre le braccia a fronteggiare i vicini, già a curiosare sulla soglia. L’altro entra con cautela in anticamera. La casa appare in uno stato di abbandono: nella penombra, solo il pulviscolo si risveglia vorticando irritato al passaggio del pompiere, mentre tutto il resto è fermo, stantio, cristallizzato in un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi. L’uomo, solo per dovere chiede se vi sia qualcuno in casa, ma nulla cambia. Poi segue un bagliore luminoso fino a una porta socchiusa: aprendola, la luce e l’odore nauseante si fanno netti e il pompiere si blocca.
Sul letto, tra cuscini e piumone alla rinfusa, un corpo scheletrico, quasi irriconoscibile nel lerciume, stringe nelle dita rinsecchite, un cellulare ancora acceso, sul quale lampeggia una scritta: Complimenti, hai raggiunto la fine del gioco! Scarica la versione Pro: per te in regalo vite illimitate!
Il pompiere si avvicina tappandosi il naso, guarda quel che resta di Alberto e con infinita pena gli sussurra:
«Vite illimitate, che figata… e non hai nemmeno fatto in tempo a condividerlo sui social!»
Poi, rapido e furtivo, intasca lo smartphone, stando ben attento a non cancellare la schermata.
Pregusta già la fine della giornata.
Immagine generata con AI generativa di Adobe Photoshop
“Dipinto ad olio che ritrae un uomo a letto in una stanza buia mentre è catturato dallo schermo, intorno a lui le caramelle di candy crush”