Numero 65

La prima cosa che ricordo è il pianto. Mio? Di mio fratello? Eravamo a mollo nel catino, nostra madre aveva deciso che fossimo ormai abbastanza grandi per un bagno. Avevamo due settimane ed eravamo identici. Poi ricordo il pianto di mia madre? Delle due donne che l’aiutavano in casa?

Capelli folti, labbra sottili, orecchie piccole, occhi incavati, nasi appena percettibili. Stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso numero delle dita dei piedi e delle mani. Al polso portavamo sempre un pezzo di stoffa colorato. Il braccio che mi apparteneva era quello stretto di rosso. Un incidente, dicevano le due donne. Era stato un incidente. L’acqua aveva logorato il tessuto e c’erano quattro gambe, quattro braccia, due bocche, due polsi uguali.

Vedevo un petto alzarsi, rispondere al respiro. Vedevo un petto restare immobile, gonfio d'acqua fino a scoppiare. Apparteneva a me? Era di mio fratello? Senza il colore non esistevo io, non esisteva mio fratello. Non eravamo nessuno.

Mia madre guardava i nostri corpicini, che erano sempre stati uguali, ormai divisi. Uno accanto all’altro. Uno gonfio d’aria, l’altro gonfio d’acqua. Uno vivo, l’altro morto. Mia madre seguiva i lacci colorati che si muovevano come pesci dentro la vasca. Ripeteva i nostri nomi. Mark. Bill. Non aggiungeva una parola. Le donne piangevano, le lacrime bagnavano gli occhi chiusi e quelli aperti.

Povero Bill, diceva mia madre. Povero innocente Bill, aveva deciso. Insieme a quel nome compresi di avere delle gambe che fossero davvero mie e non nostre. Le braccia erano solo mie e non nostre. Avevo un volto tutto mio, non apparteneva a mio fratello. Mio fratello era l’altro, io ero io. Ma chi fossi prima dell’incidente nessuno lo sa, neppure io lo ricordo.

L’acqua era ferma, trasparente, cristallina. Non conservava tracce dell’incidente.

Mia madre piangeva ancora. L’ultima cosa che ricordo è il corpo di mio fratello morto, o forse era il mio, stretto al petto di una delle due donne nubili.

Immagine generata con DALL-E
“a baby’s arm with a red lace around the wrist, oil painting”